Napoli, arte a cielo aperto.
Dal 22 settembre 2017, ore 16, fino al 14 ottobre è possibile, dal Belvedere di San Martino, ammirare tra i tetti degli edifici, che fanno parte del panorama unico di Napoli, l’opera dell’artista milanese Roberto Coda Zabetta. Un progetto particolare voluto dal Comune di Napoli e dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee (Museo Madre).
Arte pubblica.
Infatti il Museo Madre ha conferito il Matronato (programma di patrocinio, volto al riconoscimento, alla valutazione e alla diffusione di progetti meritevoli per il loro valore e per la qualità culturale o artistica) a quest’idea che prende il nome di Cantiere 1 / Terrazzo.
L’opera è una tela di vortici dai vari colori rossi, azzurri, verdi dipinti con il compressore, ampia 1500 metri quadri, poggiata sul terrazzo dell’ex ospedale militare dei Quartieri Spagnoli. Un intervento di arte pubblica per la città di Napoli che vede coinvolto un intero edificio del patrimonio architettonico collettivo, struttura del complesso della Santissima Trinità delle Monache. e la sua comunità.
Visibile da tutta la zona collinare di Napoli.
L’opera sarà visibile, per il periodo di esposizione, da tutta la zona collinare di Napoli retrostante il complesso architettonico, e lo spettatore seguendo le gradinate della Pedamentina troverà diversi punti di osservazione tanto che dal belvedere di S.Martino gli apparirà nel suo insieme, mentre dal punto più basso, sarà come fare un tuffo nel quadro. Un vero e proprio museo a cielo aperto che valorizza un quartiere storico della città partenopea.
Il tetto di Napoli.
L’artista Zabetta spiega in un’intervista: “Mi hanno chiesto di pensare un intervento per la città –– è quel terrazzo per me è diventato il tetto di Napoli. Sono un pittore, la mia installazione attraverso architettura e pittura è diventata una scultura: è un aspetto del mio lavoro che mi emoziona”. La sua opera deve essere intesa come un percorso itinerante, curata da Maria Savarese e documentata dal fotografo e filmaker Henrik Blomqvist, il quale afferma : “Sarà interessante vedere come la città trasformerà l’opera attraverso pioggia, sole, gas e smog. Tra un anno la tela assumerà anche da punto di visto materiale un aspetto che nessuno altro potrebbe dargli. A quel punto tirerò su le tele e diventeranno opere”. Il nome “Cantiere 1/ Terrazzo” presuppone la realizzazione di altri lavori: “Porterò il progetto in altre città e all’estero”.
Infatti questa è solo una prima tappa di un lavoro che toccherà anche altre città italiane e non solo, alla cui base riscontriamo senz’altro uno stretto e unico connubio tra pittura, architettura e territorio.
Cristina Gragnaniello
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