Progetto OCCH-IO: intervista a Annalaura di Luggo
Con il progetto OCCH-IO / EYE-I, grazie alla preziosa collaborazione del gallerista Guido Cabib, Annalaura di Luggo percorre una ricerca artistica, con la precisa volontà di andare oltre uno sguardo superficiale. Un colloquio diretto con il protagonista, che precede la ripresa fotografica, la creazione di una intesa minima tra l’artista e il soggetto, che viene spinto al racconto di se stesso, e lo scatto vero e proprio, con la fotografia concentrata sull’iride: custode, di una mappa esclusiva.
OCCH-IO, ovvero OCCHIO con una evidenza sulla parola IO per evocare quella singolarità di cui è portatore ciascun individuo.
Cercare l’identità, la natura dell’altro, scavare, nel profondo del suo sguardo, tra i segni della sua unicità. Annalaura di Luggo ci conduce in un vero e proprio viaggio di conoscenza della identità umana che presuppone la relazione tra individui unici.
Annalaura, bella come sempre, ci ha ricevuto nella fantastica cornice dell’isola di Nisida, NAPOLI, presso il CEUS centro europeo di studi, dove, in accordo con la struttura, dal mese di aprile 2015, ospita il suo innovativo progetto artistico: “NEVER GIVE UP” che è iniziato a ottobre 2015 quando l’artista ha incontrato dieci detenuti del Carcere minorile di Nisida, coinvolgendoli pienamente nel progetto OCCH-IO, e stimolando in loro riflessioni positive verso un diverso approccio alla vita, verso se stessi e nei confronti del prossimo.
Lo spazio, dove è stata allestita la mostra, permetterà al pubblico fruitore una esperienza multimediale caratterizzata da immagini, video foto e decalcs, che riportano frasi e pensieri estrapolati dai colloqui di Annalaura di Luggo con i detenuti. Situazioni ed emozioni che affascinano il visitatore, orientandolo a riflessioni su mondi non percorsi che abitualmente non rappresentano il normale vissuto, ma che sono necessarie per capire la realtà della vita.
Come atto conclusivo del suo lavoro Annalaura di Luggo ha donato le sue opere alla struttura carceraria di Nisida, dove è allestita l’installazione, che diverrà parte permanente e integrante del CEUS.
“Ogni essere umano , afferma Annalaura di Luggo, è una creatura di Dio unica e meravigliosa e racchiude in sé un mondo da esplorare. Per questo motivo ho deciso di cominciare la mia indagine dall’occhio, che, per gli antichi, era lo specchio dell’anima. Con il progetto OCCH-IO / EYE-I, l’occhio da me rappresentato diventa uno strumento di parificazione che prescinde da sesso, razza, età e posizione sociale”.
“Un modo per ricordare quanto può essere utile guardare la gente negli occhi, cosa alla quale troppe volte, molti, tendono a sfuggire”.
Info su www.annalauradiluggo.it.
Nessun commento
I commenti sono chiusi